DUOMO NUOVO
Nei primi anni del Seicento iniziò la costruzione della nuova cattedrale nel luogo dove sorgeva l'antica San Pietro de Dom.
La monumentale opera fu realizzata, sia pure con varie modifiche nel corso dei due secoli, secondo il progetto dell'architetto bresciano Gian Battista Laritana (con pianta a croce greca inscritta in un quadrato) e fu conclusa con la grande cupola nel 1825. La maestosità dell'insieme rese imponente l'edificio, ma l'unitarietà delle sue linee architettoniche risultò compromessa dai numerosi interventi ancor oggi evidenti: mentre caratteri barocchi si riflettono nella parte inferiore della facciata, in quella superiore sono evidenti le tendenze classiciste della seconda metà del '700. All'interno si conservano opere di particolare interesse quali l'arca di Sant'Apollonio realizzata intorno al 1510, lu due coppie di tele dipinte dal Romanino fra il 1539 ed il 1541 come ante dell'organo del Duomo Vecchio e la pala dell'altare maggiore di Giacinto Zoboli (1733) affiancata da due statue di Antonio Callegari.
A sinistra, nella cappella della Trinità, si trova la pala di Giuseppe Nuvolone (1679), grandioso ex voto per la peste del 1630.
L'originaria cattedrale di età paleocristiana, Santa Maria Maggiore, fu demolita fra I'XI e il XII secolo e ricostruita in pietra secondo le forme del Romanico europeo. L'ampio edificio circolare con finestre monofore è sormontato da un tiburio a copertura conica.
All'esterno, uno scavo sistemato a verde rivela il livello originario dell'antico ingresso rimosso nel 1571 e sostituito con quello, ancor oggi esistente, (aperto nella parete della torre poi crollata) sul versante occidentale dell'edificio. All'interno, di fronte all'entrata, si trova l'imponente sarcofago, ornato da bassorilievi, del vescovo Berardo Maggi, signore della città morto nel 1308. Una rampa di scale scende nella Rotonda dove otto pilatri a base trapezoidale reggono gli archi a tutto sesto che si susseguono lungo la circonferenza e sostengono la cupola emisferica.
Il presbiterio rialzato e profondo presenta all'estremità sinistra la cappella delle Sante Croci, dove sono custoditi preziosi reliquiari protetti da una grata. A destra, la cappella del Santissimo Sacramento è ornata da quattro tele del Moretto e da due dipinti del Romanino nel vano antistante la cancellata.
Nel transetto, di fronte allo stesso altare, si trova un'opera notevole del pittore vicentino Francesco Maffei (1656) che vi rappresentò il corteo della traslazione delle reliquie dei Santi Vescovi nell'antica cattedrale di San Pietro.
Il coro è dominato dalla splendida Assunta del Moretto ed è arricchito dagli stalli lignei di Antonio da Soresina (1522); l'organo è opera di Costantino Antegnati (1536).
Due scalette (ai lati della scalinata che sale al presbiterio) portano alla cripta dedicata a San Filastrio, (vescovo di Brescia nel IV secolo), con colonne e capitelli di età romana, bizantino- ravennate e dei secoli VIII e IX, già appartenenti alla cripta dell'originaria cattedrale.
SAN GIUSEPPE
I Frati Minori Osservanti, fra il 1519 e il 1580, fecero edificare un nuovo monastero con una chiesa dalle tipiche fonne rinascimentali, per ricostituire quello vicino a Torrelunga, distrutto dal "sacco" del 1512.
Nella chiesa, l'ampia volta a botte della navata centrale dalla splendida decorazione con ornati geometrici è sorretta da otto massicce colonne e conferisce un forte senso di unità spaziale a tutto l'insieme.
All'interno si segnalano l'organo di Graziadio Antegnati (1581) che ha conservato la sue eccezionali caratteristiche sonore e la sepoltura del celebre musicista veneto Benedetto Marcello.
Particolare interesse riveste la visita dei bellissimi chiostri per il contenuto storico degli affreschi e per la presenza del Museo Diocesano di Arte Sacra recentemente rinnovato.
SANT'AGATA
La struttura architettonica della chiesa risale ai secoli XIV e XV.
L'interno, preceduto da un bel portale rinascimentale sormontato da statue barocche, presenta una visione imponente pur col sovrapporsi di elementi di epoche diverse, quali il presbiterio del Quattrocento, le volte e la balconata del Cinquecento, gli altari, la decorazione a fresco e gli stucchi del Seicento, la cappella del SS. Sacramento del Settecento.
Tutta la navata appare più spaziosa e profonda per gli affreschi ad architetture (1683).
La pala dell'altar maggiore raffigurante Sant'Agata in croce fra i S.S. Pietro, Paolo, Lucia, Apollonia (1522) è considerala il capolavoro di Francesco Prata da Caravaggio.
SAN FAUSTINO
Dedicato ai Santi Patroni della città, Faustino e Giovita, l'edificio attuale risale al 1622; la facciata, ornata da nicchie con le statue dei Santi Patroni, opera di Santo Callegari il Vecchio, fu compiuta nel 1711.
All'interno la vasta aula rettangolare è divisa in tre navate; nella volta di quella centrale Tommaso Sandrini tracciò stupefacenti architetture illusionistiche.
Alle pareti laterali del presbiterio risaltano le grandi composizioni (1745- 51) di Gian Domenico ilepolo, evocanti (a destra) il Martirio dei Santi Faustino e Giovita e, (a fronte) l'Apparizione dei Santi Patroni durante l'assedio di Brescia del 1438.
Nel maestoso altar maggiore si conservano le reliquie degli stessi Santi in un'arca marmorea ornata da figure allegoriche di Antonio Carra (1623). Il patrimonio artistico della chiesa comprende lo stendardo processionale di Girolamo Romanino (Resurrezione di Cristo, i Santi Apollonio e Faustino e Giovita) e la pala della Natività di Lattanzio Gambara.
SANTA MARIA DEL CARMINE
Iniziata nel 1429 la chiesa fu completata in cinquant'anni. La monumentale facciata in mattoni a vista è coronata da slanciati pinnacoli in cotto.
Il bellissimo marmoreo portale con decorazioni a bassorilievo comprende una lunetta con l'Annunciazione affrescata da Floriano Ferramola.
All'interno, fra le molte opere d'arte è da ammirare Il compianto di Cristo morto con le statue in tenrracotta policroma dalla tragica intensità espressiva, opera di un plasticatore lombardo o emiliano del secolo XVI.
Adiacenti alla Chiesa sorgono tre bellissimi chiostri, dove sarà collocata la Biblioteca del'Università degli Studi di Brescia.
SAN GIOVANNI
Il primo nucleo architettonico dell'attuale chiesa risale, secondo la tradizione, al 402. Nel secolo XVI avvenne una prima alterazione dell'edificio quattrocentesco con la costruzione della cappella del Sacramento cui si contrappose, simmetricamente, nel secolo successivo, la cappella della Madonna del Taba1Tino. L'ultimo riassetto architettonico della chiesa risale al 1651-1685. La facciata, a salienti, scandisce sulla sua superficie la triplice partitura interna e mostra evidenti le tracce dell'originario rosone. Il portale, attribuito al milanese Filippo de Grassi (fine secolo XV) è di gusto rinascimentale sia per l'elegante disegno che per l'uso di marmi colorati. All'interno, nella cappella del Sacramento, la più importante testimonianza della pittura bresciana del '500, sono collocate notevoli opere del Moretto (sulla parete destra) e del Romanino (sulla parete sinistra) con episodi del Vangelo e della Bibbia. Uno dei due chiostri annessi alla chiesa, costruito alla fine del secolo XV, conserva il suo antico splendore.
MADONNA DELLE GRAZIE
La chiesa fu iniziata nel 1522 secondo la tradizionale struttura a croce latina divisa in tre navate. L'interno fu poi in gran parte trasformato dalle fastose decorazioni in stucco aggiunte nel '600.
Fra i dipinti sugli altari sono da segnalare la Vergine fra i Santi Sebastiano, Martino e Rocco attribuito al Moretto, lo splendido Miracolo di San Martino del veneto Francesco Maffei e, sull'altar maggiore, la Natività di Pier Maria Bagnadore.
A fianco del piccolo chiostro, ornato dalla fontana con la statua bronzea di Santo Callegari, si trova il Santuario con l'immagine miracolosa, rifatto in elaborato stile neo-gotico dall'architetto Antonio TagliafeIri alla fine dell'800.
SANTI COSMA E DAMIANO
Dell'originario convento di Sant'Agostino si è conservato il campanile dalle forme duecentesche, mentre la facciata (a fasce orizzontali in pietra e cotto) della chiesa ricostruita nel '400 fu coperta da altri edifici, lasciando visibili i pinnacoli in cotto verso occidente. L'ingresso della facciata settecentesca si apre verso via Cairoli.
L'interno fu affrescato a partire dal 1747 con prospettive architettoniche in stile barocco. Vi si conservano numerose notevoli opere d'arte come l'altare maggiore (Sec. XVIII) in marmii policromi con le statue di Antonio Callegari ai lati della pala di Giambettino Cignaroli e, a fianco, l'Arca di San Tiziano dei primi del '500.
Nel chiostro quattrocentesco, detto della Memoria, dal 1923, per volere del poeta bresciano Angelo Canossi, vennero incisi sulle colonne i nomi dei bresciani caduti per la patria.
SANTA MARIA DELLA PACE
Iniziata nel 1720, la chiesa fu consacrata nel 1746 dal vescovo Angelo Maria Querini.
Mentre la facciata rimase incompiuta, l'interno è da considerare una delle opere più complete del '700 (non solo bresciano), capolavoro dell'architetto veneziano Giorgio Massari.
La navata presenta uno svolgimento lungitudinale centralizzato dalla cupola e dalle grandi cappelle laterali sottostanti; il susseguirsi delle colonne conferisce particolare solennità all'ambiente mentre la pregevole decorazione affrescata con figure ed ornati non prevale sulle soluzioni architettoniche.
Pale settecentesche, con immagini di santi del culto mariano, sono collocate entro monumentali altari marmorei ornati da statue di Antonio Callegari. Notevole La presentazione al tempio sull'altare maggiore, opera di un protagonista della pittura romana dell'epoca, Pompeo Batoni, donata alla Pace nel 1747.
Da segnalare, adiacente alla chiesa, la grande sagrestia affrescata con la preziosa dotazione di arredi e paramenti sacri.
SAN FRANCESCO D'ASSISI
Una delle più belle chiese conventuali d'Italia, caratterizzata da uno stile tardo romanico semplice e severo (venne terminata nel 1265), conserva l'atmosfera di pace e serenità tipicamente francescana.
La facciata a capanna è ornata da un grande rosone centrale, mentre all'interno fu realizzata secondo la pianta basilicale a tre navate divisa da archi a sesto acuto poggianti su pilastri cilindrici.
Alla fine del '400 la chiesa si arricchì dei cinque eleganti altari nella navata destra.
Da segnalare (fra un altare e l'altro) i resti di affreschi medioevali con una raffigurazione frammentaria del Giudizio Universale, una Pietà di impronta giottesca e alcuni affreschi votivi.
La chiesa è impreziosita da molte opere d'arte, fra le quali sono notevoli la pala dell'altare maggiore, capolavoro del Romanino (1515), un affresco giovanile dello stesso autore (quarto altare a destra) ed un dipinto (1530) del Moretto (primo altare a destra).
Il centro del convento è costituito dal bellissimo chiostro risalente alla fine del '300.
SANTI NAZARO E CELSO
L'antica chiesa quattrocentesca subì un totale rifacimento nella seconda metà del Settecento, quando acquisì le monumentali forme classicheggianti su progetto di Giuseppe Zinelli e Antonio Marchetti.
Al suo interno, nel presbiterio, si conserva un'opera pittorica fra le più importanti della città: il Polittico Averoldi (1520-22) commissionato a Tiziano Vecellio da Altobello Averoldi. Sono da segnalare inoltre le pale del Moretto (terzo altare a destra e quarto altare a sinistra) e le ante d'organo del Romanino (nella sacrestia).
SANTA MARIA DEI MIRACOLI
La decorazione scultorea della facciata, in marmo di Botticino, è uno dei capolavori dell'età rinascimentale in Lombardia.
Nato dalla devozione popolare per un'immagine della Madonna posta in una casa privata, (ora nell'abside in una cornice ornata da marmi policromi) il santuario venne eretto in successive fasi costruttive a partire dal 1488, data della posa della prima pietra, al 1493-1500 con l'esecuzione della porzione centrale della facciata, al 1560 con la terminazione dell'interno (a pianta quadrata) e l'esecuzione di alcuni elementi esterni.
Nel '700 vennero completate le cupole e la chiesa venne i internamente rivestita di stucchi e affreschi in gran parte perduti in un bombardamento del 1945.
Fra le opere conservate nel presbiterio si trova un interessante ciclo pittorico del 1594.
SAN LORENZO
L'edificio attuale sorse tra il 1751 e il 1763 ad opera dell'architetto Domenico Corbellini. L'interno è tra gli esiti migliori dell'architettura tardobarocca a Brescia. Nella navata si ammirano gli splendidi altari eseguiti in commesso di marmi rari come l'altar maggiore e quello della Madonna della Provvidenza (con i cherubini scolpiti da Antonio Callegari)
SANT'ALESSANDRO
La chiesa fu consacrata nel 1466, rinnovata nel 1784 e solo nel 1891 ne venne completata la facciata. L'interno, a navata unica, conserva importanti opere d'arte fra cui emergono le tavole con l'Annunciazione riferibile a Jacopo Bellini, quella del pittore cremonese Civerchio e statue di Antonio Callegari.
SAN CRISTO
La chiesa, risalente alla fine del '500 fu gravemente danneggiata durante l'ultimo conflitto mondiale. Nell'interno sono da segnalare il polittico attribuito a Paolo da Cailina il Giovane (prima campata a destra), il Battesimo di S. Afra di Francesco Bassano il Giovane (seconda campata a destra) e la Trasfigurazione di Jacopo Tintoretto (dietro l'altare maggiore).
SANT'AFRA IN SANT'EUFEMIA
La chiesa fu sottoposta ad una totale ricostruzione nel '700 su progetto di Domenico Carboni.
La facciata del 1776 è caratterizzata da una struttura architettonica di gusto classicheggiante.
Notevole appare la decorazione affrescata della volta con finte architetture e tre medaglioni dipinti da Sante Cattaneo. La ricchezza del rococò lombardo si riflette inoltre nell'altar maggiore con opere dello scultore Antonio Callegari.
Fra i dipinti su tela che ornano la navata si ricorda Il martirio di Sant'Afra di Paolo Veronese.
SANTA MARIA CALCHERA
Mentre la facciata della chiesa conserva il sobrio aspetto tardo cinquecentesco, l'interno fu rinnovato nel '700. Al secondo altare a destra è posta la Messa di Sant'Apollonio (1525 ca.) del Romanino, a lato del presbiterio, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina di Luca Mombello, allievo del Moretto, e sull'altar maggiore, la Visita di Maria ad Elisabetta (1525) di Callisto Piazza da Lodi.
A sinistra splende un capolavoro del Moretto (1550 ca.), La cena in casa di Levi il Fariseo.
SAN CLEMENTE
Venne ricostruita fra la fine del '300 ed il 1471. Nel 1517 i domenicani presero possesso del monastero portando il centro al massimo splendore.
Nel 1836 Rodolfo Vantini rinnovò l'interno della chiesa secondo forme neoclassiche, dotandola di un'ampia volta a botte.
Gli altari lungo la navata sono arricchiti da notevoli opere del Moretto (Sant'Orsola e le vergini, Sposalizio mistico di Santa Caterina, Offerta di Melchisedech ad Abramo, Sacra conversazione con Santa Caterina, Domenico, Clemente, Floriano, Maria Maddalena, Le sante martiri) e del Romanino (Resurrezione di Cristo fra San Clemente e Santa Teresa).
SAN ZENO AL FORO
L'attuale edificio settecentesco, compiuto intorno al 1745, è preceduto da un breve sagrato cinto da un'artistica cancellata in ferro con pilastri marmorei sormontati da puttini e coppie di delfini attorcigliati.
Nell'interno ai lati della navata sono notevoli le quattro tele dipinte da Antonio Paglia (1741). Una sottile balaustra in ferro battuto sembra abbracciare l'altare maggiore sul quale si innalza un artistico tabernacolo impreziosito da lapislazzuli e da pietre di raro valore. Negli stalli del coro del secolo XVIII sono rappresentate scene della vita di San Zeno vescovo.
SANTA MARIA DELLA CARITÀ
L'origine della chiesa risale al XVI secolo; nel 1640 venne ricostruita e, dopo alcune modifiche della prima metà del '700 (con l'esecuzione degli ornamenti scultorei e pittorici della facciata), fu terminata nel 1825 con l'innalzamento della grande croce sulla cupola.
Nella seconda metà del Seicento si pose sul fastoso altare maggiore (uno dei più belli in città) l'immagine della Vergine dei Terragli, dietro alla quale si costruì una cappella simile alla Santa Casa di Loreto.
Il notevole pavimento (ottagonale) con marmi policromi si integra con gli stucchi e gli affreschi delle pareti e con prospettive architettoniche della cupola.
Nell'insieme il tempio è magnifica espressione del periodo barocco in città.
SAN CRISTO
La chiesa fa parte di un complesso conventuale edificato verso la fine del '400 su precedenti edifici religiosi, sovrastanti il teatro romano.
La semplice facciata in cotto comprende un portale marmoreo con bassorilievi ornamentali e gli stemmi delle famiglie Martinengo (che ne contribuirono alla costruzione).
Sotto il tettuccio soprastante, si notano le tracce dell'Annunciazione affrescata dal Moretto.
L'interno, a navata unica, presenta una ricca decorazione ad affreschi del '400 e del '500.
Adiacente alla chiesa sorge il convento che si articola intorno a tre chiostri; dal loggiato di uno di questi si apre un vasto panorama sulla città.
Dopo il recente restauro dell'antico refettorio si può ammirare, riportato su tela, l'affresco del Romanino con L 'ultima cena.
SAN PIETRO IN OLIVETO
Immersa nel verde del colle Cidneo, è inserita nel complesso conventuale dei Carmelitani, vicino al Castello.
La facciata cinquecentesca fu realizzata dall'architetto comacino Antonio Medaglia in candida pietra di Botticino con statue dei Santi Apostoli Pietro e Paolo collocate entro nicchie.
L'armonioso interno in stile rinascimentale, con la navata affiancata da cappelle introdotte da colonne con arcate a bassorilievo, si conclude nel coro ornato da alcune grandi tele (1566) del pittore bresciano Ricchino.
Nella mezzaluna sovrastante l'organo è notevole una tela di Andrea Celesti (1690-1700).
Dalla loggetta orientale, adiacente ai due chiostri cinquecenteschi, si può ammirare il pamorama della città e della pianura fino all'orizzonte.
Nel 1484 la municipalità bresciana dette awio al progetto di un nuovo palazzo, espressione grandiosa del "buon governo", destinato a sostituire l'originaria loggia e ad accentuare la monumentalità della piazza.
L'esecuzione dell'ampia costruzione, che doveva ospitare le udienze del Podestà veneziano, il Consiglio Cittadino e il Collegio dei Notai, durò più di quattro secoli, accompagnata da complesse vicende progettuali e finanziarie. Dopo la presentazione da parte dell'architetto Tommaso Formentone del modello in legno, fu posta la prima pietra il 5 marzo 1492 con una solenne cerimonia alla presenza del vescovo e delle autorità venete e cittadine. L'antica attribuzione del progetto all'architetto Donato Bramante, pur non trovando conferme, suggerisce l'origine prestigiosadi questo notevole esempio di architettura rinascimentale, riconducibile alla lezione di Andrea Mantegna e di Leon Battista Alberti.
Per il rivestimento e l'ornamentazione della facciata, si cercò appositamente una numerosa schiera di lapicidi a Venezia e in Lombardia e si utilizzò la pietra bianca di Botticino (località vicino a Brescia nota per le sue cave). L'ordine inferiore della facciata (terminato nel suo complesso nel 1501) è caratterizzato esternamente da colonne affiancate da pilastri che sostengono le grandi arcate intervallate da pennacchi con i busti degli imperatori romani (opera degli scultori milanesi Gaspare Coirano e Antonio della Porta detto il Tamagnino). Fra i capitelli, tutti di pregevole fattura, spiccano quelli con intreccio a paniere di una colonna della facciata e di una del portico.
A partire dal 1549 , dopo aver interpellato numerosi architetti fra cui Andrea Palladio, fu completata la parte superiore del palazzo secondo il progetto del celebre architetto della Serenissima Jacopo Sansovino. La direzione dei lavori fu assunta dall'architetto civico Lodovico Beretta che trasformò le trifore originarie in grandi finestre rettangolari.
Un ricco portale affiancato da colonne e da due fontanelle (progettato da Stefano Lamberti nel 1552) è posto a sfondo del portico (loggia) e introduce agli ambienti interni, sdoppiati su due livelli. Quello sottostante d costituiva in origine il piano delle botteghe affittate ai commercianti ed è oggi adibito ad uffici e autorimesse; quello soprastante, cui si accede con una prima rampa di scale, è costituito dalla grande sala per i Consigli Comunali e da altre due sale minori (delle Commissioni e 10 studio del Vicesindaco).
Nel 1902 si affidò all'architetto Antonio Tagliaferri il progetto dello scalone che, in stile neorinascimentale, si sviluppa in due rampe laterali, salendo al piano più alto. In precedenza l'unico raccordo con il piano superiore era costituito dalla grande e ripida scala (1508) inserita nell'edificio che affianca a nord la Loggia. La sua breve facciata rivolta verso la piazza presenta un elegante portale ad arco di trionfo con timpano triangolare. Al piano superiore si ammirano gli affreschi ornamentali (1902-1917) di alcuni pittori bresciani che si ispirarono alla pittura cinquecentesca.
Ad Arturo Castelli si deve la "Brescia armata" (nel soffitto sopra lo scalone); a Cesare Bertolotti la lunetta con "Mercurio e Venere" (sulla parete sinistra dello scalone); a Gaetano Cresseri la "Roma vincitrice" (nel soffitto dell'atrio), le lunette con 1"'Officina di Vulcano" e con "Cerere" (rispettivamente sopra 1 'ingresso del Vanvitelliano e sulla parete destra dello scalone), il "Ritrovamento della Vittoria Alata" (nello studio del Segretario Generale), due lunette (nello studio del Sindaco) e il fregio con i "Fanciulli danzanti" (nella Segreteria).
Dall'atrio si accede al vasto salone di forma ottagonale detto "Vanvitelliano", in ricordo del famoso architetto napoletano Luigi Vanvitelli, autore dell'incompiuto progetto settecentesco di ricostruzione. n soffitto in legno è sostenuto agli angoli da coppie di colonne in mattoni, poggianti su alti basarnenti rivestiti in marmo. Prima del distruttivo incendio del 1575 tutto questo piano detpalazzo era occupato da un solo grandioso ambiente circondato da colonne scanalate e con il soffitto ligneo impreziosito da tre grandi "teleri" dipinti da 'fiziano Vecellio. L'attuale copertura esterna fu eseguita nel 1908 ad imitazione di quella cinquecentesca con una carena rivestita in lastre di piombo.
scoprire
il centro storico
fra piazze, vie
e antichi palazzi
A Brescia ogni epoca storica ha identificato il suo "centro" in una piazza.
Alla piazza del Foro, posta al centro di Brescia romana, si sostituì nel medioevo quella delle Cattedrali e del Broletto.
Quando la città entrò a far parte della Repubblica Veneta vennero fondate le piazze della Loggia e del Mercato.
Negli anni '30 del nostro secolo fu quindi realizzata la grandiosa piazza della Vittoria, quale nuovo "Foro" della città.
PIAZZA DELLA LOGGIA
La più bella piazza cittadina, aperta nel 1433, è dominata dal grandioso edificio rinascimentale della Loggia, oggi sede del Comune di Brescia.
Il palazzo, con la ricchissima ornamentazione scultorea di ispirazione classicheggiante, fu iniziato nel 1492 e completato nella parte superiore nel 1570 con interventi di Jacopo Sansovino e di Andrea Palladio.
Al lato sud della piazza si affacciano i Monti di Pietà (il Vecchio è collegato da un'arcatella a quello Nuovo verso est) dei secoli XV e XVI nei quali furono inserite iscrizioni romane costituenti nell'insieme un eccezionale Museo Lapidario.
Una loggetta di gusto veneziano unisce i Monti di Pietà all'edificio delle antiche prigioni.
Al centro del lato orientale, sovrastante i portici, è il cinquecentesco orologio astronomico con i due automi che battono le ore. L'orologio presenta sul quadrante l'intera giornata di 24 ore.
Accanto alla fontana sottostante è stata eretta una stele in memoria dei cittadini uccisi dalla bomba del 28 maggio 1974 durante una manifestazione sindacale.
Questa piazza, riproponendo in tempi recenti un'antica tradizione, è divenuta sede del mercato settimanale del sabato. Nelle vicinanze è da segnalare il restaurato monastero benedettino, con i chiostri cinquecenteschi, adiacente alla Chiesa di San Faustino (alla fine dell'omonima via), acquisito dall'Università degli Studi di Brescia.
PIAZZA PAOLO VI
già piazza del duomo
La piazza, di origine medioevale, rappresenta il cuore della città per gli importanti edifici storici che vi si affacciano, simboli delle libertà civili e delle tradizioni religiose bresciane.
Sul lato est si allineano il palazzo del Broletto, comprendente la torre civica e la loggia delle grida e le due cattedrali denominate Duomo Nuovo e Duomo Vecchio.
Il Broletto è il più antico palazzo pubblico della città, sede delle magistrature civiche in età comunale. Occupa un intero isolato con una corte centrale costruita in diverse fasi, dall'età medievale fino al '600, quando fu realizzato il solenne porticato settentrionale. Oggi ospita la Prefettura, un posto di Polizia, l'Amministrazione Provinciale e Uffici Comunali.
Il Duomo Nuovo (1604-1825) lascia trasparire i segni della lunga storia della sua costruzione nelle caratteristiche barocche (della parte inferiore) e rococò (della parte superiore) dell'imponente facciata in pietra di Botticino.
Il Duomo Vecchio o Rotonda, risalente al XII secolo, è un raro e notevole esempio di edificio medioevale circolare in pietra, che racchiude numerose opere d'arte. All'esterno è ancora possibile osservare l'antico livello della città.
Verso sud la piazza è chiusa dal palazzo del Credito Agrario Bresciano opera del primo '900 dell'architetto Antonio Tagliaferri.
Sul lato ovest sono da segnalare, quasi di fronte al Broletto, un palazzetto in stile neoclassico (1809), con due grandi colonne joniche centrali e la Casa dei Camerlenghi (amministratori finanziari durante la dominazione veneta) con le trifore quattrocentesche.
Dal sottostante passaggio di origine medievale ci si avvia verso i portici di via Dieci Giornate, edificati lungo il perimetro delle antiche mura romane.
Nelle vicinanze percorrendo il tragitto coperto verso sud fino a Corso Zanardelli si può ammirare l'ottocentesco edificio del Teatro Grande. All'interno la sala teatrale a ferro di cavallo è decorata con fastosi ornati neobarocchi, mentre la sala del Ridotto, realizzata nella seconda metà del '700, è particolarissima per la struttura a logge e per la decorazione affrescata.
PIAZZA DELLA VITTORIA
Inaugurata nel 1932, secondo il progetto dell'architetto romano Marcello Piacentini la grandiosa piazza si sostituì ad un decadente quartiere popolare atterrato per risanare il cuore della città.
Dominata dal palazzo delle Poste e dall'alto Torrione rivestito in mattoni con finte logge sovrapposte, è caratterizzata dalla bicromia delle superfici marmoree rigorosamente levigate e dagli spaziosi portici laterali.
Davanti all'ampia geometrica scalinata, che colma il dislivello con il lato nord-est della piazza, sorge l'arengario in pietra rosata ornato da bassorilievi, destinato agli oratori per le grandi adunanze cittadine.
PIAZZA DEL MERCATO
La piazza ebbe destinazione commerciale fin dal 1428, ma anche funzione di decoro raccogliendo fu forma ordinata tante attività di piccolo mercato che da tempo venivano esercitate nella zona.
Il lato ovest è ornato dalla fastosa facciata barocca, con il corpo centrale elevato, del seicentesco palazzo Martinengo Palatino, oggi sede del Rettorato dell'Università degli Studi.
Gli edifici porticati, risalenti alla metà del '500, sono opera dell'architetto Lodovico Beretta.
La piccola chiesa di Santa Maria del Lino fu progettata dall'architetto Pietro Maria Bagnadore nel 1608, con la semplice facciata chiusa da un timpano triangolare volta ad oriente.
L'ottocentesca fontana (al centro della piazza) è ornata dalla statua di un giovane poggiato ad un delfino che regge una cornucopia.
PIAZZA BRUNO BONI
Dedicata al sindaco che dal 1948 al 1975 ha governato la città, la piazza è stata inaugurata alla fine del 1998.
E' circondata da un grande antico isolato, recentemente ristrutturato, che si estende dall'edificio porticato un tempo appartenente al secolare albergo Gambero (con ingresso sull'odierno corso Zanardelli dal XV secolo fino alla fine degli anni '60) a quello del Teatro Sociale (verso via Felice Cavallotti).
Ad ovest si affaccia il settecentesco palazzo Bettoni Cazzago che si apriva verso il giardino interno oggi sostituito dalla piazza limitata a sud dai resti medioevali della chiesa conventuale della Maddalena.
PIAZZA DEL VESCOVATO
La piccola piazza alberata (lungo la via Mazzini) si apre intorno ad una fontana settecentesca. Vi si affaccia il palazzo vescovile costruito dalla fine del '400 in varie fasi e concluso nel 1737 da Gian Battista Marchetti. L'architetto realizzò anche il cortile d'ingresso con l'imponente portale bugnato e progettò l'adiacente biblioteca fondata nel 1747 dal vescovo di Brescia Angelo Maria Querini, illustre committente di nobile origine veneziana che intrattenne rapporti con politici ed intellettuali d'Europa.
L'odierna Biblioteca Civica fu aperta dallo stesso vescovo alla cittadinanza e fu poi arricchita dai fondi provenienti dalle biblioteche dei conventi soppressi e da vari legati lasciati da nobili famiglie della città. Accoglie opere rare e preziose come il manoscritto dell'Evangelario Purpureo (IX secolo) e una collezione di incunaboli. Dalla via Mazzini, salendo lo scalone interno e attraversando l'atrio col busto del fondatore scolpito da Antonio Callegari, si accede alle sale di consultazione ornate di affreschi.
Nei dintorni della piazza, percorrendo via Trieste, si raggiunge l'Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha sede nello storico palazzo Martinengo Cesaresco dell'Aquilone, opera del maggiore architetto bresciano del '500 Lodovico Beretta.
Particolarmente notevole è il grande portale ornato da trofei militari in rilievo, capeggiato dall'aquila dei Martinengo. All'interno si possono ammirare il salone d'onore e, nei sotterranei, estesi resti di un grande edificio termale di età romana.
PIAZZA DEL FORO
Era il centro religioso e civile di Brescia in età romana. Nella parte settentrionale della piazza, in posizione preminente, sorgeva il tempio Capitolino, con due file di portici laterali (ancora visibili negli archi che salgono dall'antico livello), mentre la Basilica (tribunale), di cui rimangono i resti inseriti nelle case della vicina piazza Labus, chiudeva il lato sud.
La grandiosa piazza del Foro era attraversata dal Decumano Massimo, l'attuale via dei Musei, sull'antica direttiva Bergamo - Verona.
All'incrocio di questa via si affaccia oggi la chiesa settecentesca di San Zeno al Foro col piccolo sagrato racchiuso dalla breve cancellata con statue di delfini intrecciati e all'interno un interessante serie di dipinti.
Di fronte sorge l'imponente palazzo Martinengo Cesaresco al Novarino, edificato nel XVII secolo, che accoglie nel cortile la statua del suo antico proprietario Cesare IV Martinengo.
La nobile dimora, divenuta sede di mostre d'arte contemporanea, conserva nel sottosuolo importanti vestigia romane oggi visitabili.
Nelle vicinanze si possono ammirare alcuni palazzi storici come il cinquecentesco palazzetto Lana (via A. Gallo, 1) attribuito all'architetto Lodovico Beretta, probabile autore anche del palazzo Uggeri all'angolo di vicolo San Zanino con via dei Musei.
Nella stessa via si svolge la lunga facciata di palazzo Maggi di Gradella, pure di epoca cinquecentesca.
PIAZZA TEBALDO BRUSATO
In epoca medievale in un'area di pertinenza adiacente al Monastero di Santa Giulia, vi era un grande brolo coltivato ad orti. Dal 1173 fu trasformato in una piazza pubblica, unica allora in città, autorizzata alla vendita e denominata del "Mercato Nuovo". Nelle sue vicinanze, in seguito a questa destinazione, crebbero molti edifici di commercianti e artigiani.
Col trascorrere dei secoli, mutate le funzioni, vi si affacciarono importanti residenze di aristocratiche famiglie, come l'imponente palazzo Cigola oggi Fenaroli.
Questo edificio si estende su due facciate realizzate in epoche diverse.
La parte su via Carlo Cattaneo è cinquecentesca, col portale dai possenti telamoni che sostengono il balcone in pietra traforata; l'altra, del secolo successivo, è rivolta verso la piazza.
Nelle vicinanze, in via Cattaneo al numero 51, si ammira palazzo Luzzago costruito verso la metà del Seicento e in via Trieste al numero 39 si ammira il settecentesco palazzo Suardi, opera dell'architetto Antonio Turbino, con a fronte il piccolo giardino animato dalla statua del Nettuno.
PIAZZA ARNALDO
L'ottocentesca piazza dedicata all'illustre frate bresciano Arnaldo fu realizzata con un intervento urbanistico che abbinò il carattere di "pubblica utilità" a quello della "magnificenza".
Il vasto piazzale e il lungo edificio porticato adiacente traggono origine dalla necessità di trasferire il mercato dei grani un tempo ubicato in piazza della Loggia e poi in via San Faustino. Il deposito delle granaglie fu inaugurato nel 1823 e comprendeva dodici magazzini sotterranei con altrettanti locali superiori per un'estensione di 111 metri. È considerato una delle opere più significative del neoclassicismo bresciano con il solenne prospetto ad archi bugnati comprendente alle estremità due fontane.
A chiusura della piazza, verso est, al nuovo granarolo si aggiunsero i caselli daziari pure porticati. Nel 1882 si inaugurò il monumento ad Arnaldo, il frate bresciano vissuto nel XII secolo, che si oppose alla chiesa feudale e mondana e fu quindi perseguitato e ucciso come eretico.
Ad Arnaldo fu dedicato anche il Liceo Classico con sede nel vicino seicentesco palazzo in corso Magenta al numero 56, la cui facciata, lasciata grezza, ha al centro il portale con i due mezzi telamoni che sostengono il balcone di pietra, mentre all'interno il porticato su tre lati racchiude l'ampio cortile.
Un altro edificio di particolare interesse è visibile lungo lo stesso corso al numero 27, dove una cancellata lascia intravedere fra due palazzine (dell'800 e dei primi del '900) il palazzo Valotti col bel colonnato cinquecentesco.
Più oltre, appare una cancellata in pietra e ferro battuto, fra le più belle d'Italia del periodo barocco, dalla quale si scorge l'insieme scenografico del giardino del seicentesco palazzo Martinengo da Barco.
PIAZZA MORETTO
La piazza fu aperta nel 1898 con l'inaugurazione del monumento al grande pittore bresciano del '5OO Alessandro Bonvicino detto il Moretto,opera dello scultore Domenico Ghidoni. La statua dell'artista con tavolozza e pennelli si erge sul basamento ornato da una figura femminile raffigurante la Pittura. Sullo sfondo, oltre i centenari cedri del Libano, appare la facciata del seicentesco palazzo Martinengo da Barco, sede della Pinacoteca Civica Tosio Martinengo.
La piazza confina verso meridione con l'antico convento di Sant'Afra, del quale è possibile osservare, da via Crispi, un singolare portico con loggiato di età medioevale.
LA PIU' ESTESA PROVINCIA DELLA LOMBARDIA
Comprende un territorio assai vasto con mille paesaggi che mutano in orizzonti diversi, dalla pianura percorsa dai fiumi alle colline, intorno ai laghi, che si trasformano progressivamente verso nord in monti sempre più elevati.
In questa cornice di natura generosa gli abitanti hanno creato un'economia fiorente basata soprattutto sulle industrie metalmeccaniche e hanno sviluppato un'agricoltura e un allevamento trainanti per il settore zootecnico nazionale.
Anche le attività culturali e la buona tavola rendono attraente Brescia e il suo territorio, divenuto meta interessante per ospiti sempre più numerosi.
DA NON PERDERE NEI DINTORNI...
LAGO DI GARDA
Vittoriale,
casa di Gabriele d'Annunzio, sede di spettacoli estivi nel teatro all'aperto.
Limonaie,
architettura rurale per la coltivazione degli agrumi che caratterizzano il paesaggio dell'Alto Garda.
Parco Naturale dell'Alto Garda.
Valvestino,
caratteristici paesi immersi nella natura.
Valtenesi,
castelli e borghi tra uliveti e vigneti.
Desenzano,
una delle più conosciute località turistiche del Garda. Interessanti la villa romana con bellissimi pavimenti a mosaico e il Museo Civico Archeologico.
Colli storici
nell'anfiteatro morenico. Si visitano i luoghi delle battaglie risorgimentali.
Sirmione,
le fonti termali, la zona archeologica delle "grotte di Catullo", il Castello Scaligero e le piccole vie ricche di negozi e boutique, ambientati in una penisola particolarmente suggestiva.
LAGO D'ISEO
Castello Oldofredi
a Iseo trasformato in centro culturale.
In una località vicina, Sassabanek, centro attrezzato con piscine, campi da tennis, ristoranti, palestre, campeggio e residence.
Torbiere,
riserva naturale unica in Europa, dove a tarda primavera sbocciano le ninfee. Dall'antica Abazia di San Pietro in Limosa, a Provaglio, se ne ammira il panorama.
Monte Isola,
si raggiunge col traghetto da Sulzano, da Iseo o da Sale Marasino.
Si passeggia tra uliveti e in piccoli borghi pittoreschi abitati da pescatori e fabbricanti di reti. Sulla sommità del monte il Santuario della Madonna della Ceriola.
"Piramidi d'erosione"
a Zone lungo la strada per Marone, altissime guglie di pietra modellate dall'erosione dell'acqua sormontate da un grande masso.
Franciacorta,
zona collinare nell'entroterra del lago d'Iseo con dimore signorili di campagna e borghi con castelli; interessanti da visitare le cantine per la produzione dei vini e dello spumante.
LAGO D'IDRO E VALSABBIA
Rocca di Anfo,
fortezza costruita dai veneziani e Rocca di Sabbio Chiese, bastione - rifugio contro le scorrerie dei predoni, trasformato poi in luogo di culto a due piani sovrapposti.
Bagolino,
con antiche case in pietra, famoso per il Carnevale, durante il quale musicanti e ballerini eseguono antiche danze locali.
VAL TROMPIA
Gardone Val Trompia
il maggior centro italiano nella fabbricazione di fucili da caccia e armi da fuoco con la raffinata arte del cesello.
Tranquille località di villeggiatura
estiva e invernale, numerosi sentieri per escursioni in media e alta montagna.
VALLE CAMONICA
Terme, oasi di relax a Darfo Boario.
Castello medievale a Breno, grande centro della media Valle Camonica.
Magli del '600 mossi dall'acqua, dimostrano come si lavorava il ferro, a Bienno.
Via Crucis lignea nella chiesa di Cerveno.
Parco Nazionale delle incisioni rupestri di Naquane con circa 30 mila figure incise sulle rocce a Capo di Ponte.
Ponte di Legno,
punto di partenza per ascensioni alpine, stazione sciistica anche estiva sul ghiacciaio in Presena.
Parco naturale dell'Adamello la cui sommità raggiunge 3554 metri e Parco Nazionale dello
Stelvio.
BASSA PIANURA
Castello e Pieve di San Pancrazio a Montichiari.
Pinacoteca Repossi a Chiari, con dipinti e stampe di scuola Lombarda e Veneta.
Castello con resti di fortificazioni venete a Orzinuovi.
Castello di Padernello,
circondato dal fossato, nella frazione di Borgo S. Giacomo.
Fiume Oglio,
da Palazzolo a Pontevico, in gran parte protetto da un Parco Naturale.
TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE...
LEGENDA
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Autostazione
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Ospedale
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Ufficio Turistico
Azienda Promozione Turistica
Tempio Capitolino
Museo di Santa Giulia
Museo di Risorgimento
Museo delle Armi "Luigi Marzioli"
Pinacoteca "Tosio Martinengo"
Museo di Scienze Naturali
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Associazione d'Arte e Spiritualità
Museo Diocesano d'Arte Sacra
Museo Ken Damy
Museo Nazionale della Fotografia
Teatro Grande
S. Chiara
Sancarlino
Camera di Commercio
Quadriportico
Centro Pastorale Paolo VI
Auditorium Museo di Scienze
Queriniana
Civici Musei d'Arte e Storia
Civiltà Bresciana
Museo di Scienze Naturali
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Università degli Studi di Brescia
Facoltà di Economia
Facoltà di Giurisprudenza
Facoltà di Ingegneria
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università Cattolica del Sacro Cuore
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ALTRE INFORMAZIONI
PARCHEGGI
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(Ingresso nord galleria)
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Informazioni - tel. 030 3553727
NOLEGGIO BICI
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Cascina Parco Gallo (gratuito)
Ex ATB (gratuito)
INFORMAZIONI
Ufficio turistico, p.za Loggia 6
tel. 030 - 2400357
fax 030 - 3773773
orario estivo da lunedì a sabato 9,30 - 18,30,
orario invernale da lunedì a venerdì 9,30- 12,30
14,00 -17,00 - sabato 9,30- 12,30
Azienda Promozione Turistica
c.so Zanardelli 34
tel. 030 43418
fax 030 293284
orario: da lunedì a venerdì 9,00- 12,30 - 15,00- 18,00
sabato 9,00- 12,30
Ufficio lnformazioni
Casello Autostrada Brescia- Centro
(aprile -settembre) tel. e fax 030 349174
EVENTI
Festa Patronale dei SS. Faustino e Giovita, 15 febbraio
Mercatino antiquariato
p.za Vittoria, 2a domenica di ogni mese
Exa, mostra d'armi sportive ed accessori,
quartiere fieristico EIB, fine febbraio
Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo,
Teatro Grande, maggio
Mille Miglia Storica 5a domenica dopo Pasqua
Estate in città, cinema e spettacoli,
da giugno a settembre
Stagione lirica d'autunno
Teatro Grande, ottobre -novembre
Stagione concertistica della Società dei concerti, novembre
Spettacoli di prosa organizzati dal Centro Teatrale Bresciano,
Teatro Grande e Teatro S. Chiara
stagione invernale
I lunedì del Sancarlino
Teatro Sancarlino
MUSEI
Tempio Capitolino
tel. 030 46031
Museo di Santa Giulia
via Musei 81b - tel. 030 42639
Museo del Risorgimento
Grande Miglio - interno Castello
tel.030 44176
Museo delle Armi
"Luigi Marzoli", Mastio Visconteo - interno Castello
tel. 030 293292
Pinacoteca "Tosio Martinengo"
p.za Moretto, 4
tel. 030 3774999
Museo Civico di Scienze Naturali,
via Ozanam 4
tel. 030 2978672
Palazzo Martinengo
via Musei 30,
tel. 030 297551
Spazio Università
via San Faustino 74b e via della Rocca
tel. 030 3754596
Associazione d'Arte e Spiritualità,
via Monti 9,
tel. 030 3753002
Museo Diocesano d'Arte Sacra
v.lo San Giuseppe 5
tel. 030 3751064
Museo Ken Damy
corsetto S. Agata 22,
tel. 030 3750295
Museo Nazionale della Fotografia,
c.so Matteotti 18a
te!.030 49137
Informazioni Musei:
Centro informazioni e prenotazioni Civici Musei di Arte e Storia
tel. 030 2977833
da giugno a settembre: 10,00 - 17,00
da ottobre a maggio: 9,30- 13,00 - 14,30- 17,00 da martedi a domenica
Brescia Mostre Grandi Eventi
via Musei, 30
tel. 030 297551
fax 030 2975509
TEATRI
Teatro Grande
C.so Zanardelli 9
tel. 030 3771643
S. Chiara,
via S. Chiara 50a
Informazioni: CTB - tel. 030 3771111
Sancarlino,
c.so Matteotti 6a
Informazioni: Provincia di
Brescia, tel 030 3749909
SALE CONGRESSI
Quadriportico, p.za Vittoria
tel. 030 3725215
Centro Pastorale Paolo VI
via G. Calini 30
tel. 030 3773511
fax 030 48229
Auditorium Museo di Scienze
via Ozanam 4
tel. 030 2978661
BIBLIOTECHE
Queriniana
via Mazzini 1
tel. 030 2978201
Civici Musei d'arte e Storia
via Musei 81
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Civiltà Bresciana
v.lo San Giuseppe 5
tel. 030 3757267
Museo di Scienze Naturali
via Ozanam 4
tel.030 2983714
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Emeroteca,
pza Martiri di Belfiore 6
tel. 03044129
Mediateca,
via Musei 32
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UNIVERSITÀ
Università degli Studi di Brescia,
p.za Mercato 15
Rettorato e Uffici - tel. 030 29881
Facoltà di Economia
via S. Faustino 74b
tel. 030 29881
Facoltà di Giurisprudenza
via delle Battaglie 58 e via San Faustino 39
tel. 030 2989601-2
Facoltà di Ingegneria
via Branze 38
tel. 030 37151
Facoltà di Medicina e Chirurgia,
via Valsabbina 19
tel. 030 37151
Università Cattolica del Sacro Cuore,
via Trieste 17 tel. 030 24061
HOTELS
*****Vittoria
via X Giornate 20
tel. 030 280061
fax 030 280065
****Ai Ronchi Motor Hotel
via Bornata 22
tel. 030 36206l/2/3
fax 0303366315
****Ambasciatori
via Crocifissa di Rosa 92
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via Martiri della Libertà 269
Roncadelle
tel. 030 2582721
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****Igea
v.le Stazione 15
tel.030 44221
fax 030 44224
**** Master
via Apollonio 72
tel. 030 399037
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Brescia 2, via P. Nenni 22
tel. 030/2425858
fax 030 2425959
**** Park Hotel Ca' Noa
via Triumplina 66
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fax 030398764
**** President
via Roncadelle 48
Castelmella
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fax 030 2780260
**** Radisson Sas Hotel Brescia
v.le Europa 45
tel. 030 2091824
fax 030 2009741
*** Alabarda
via Labirinto 6
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tel. 030 3761069
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*** Cristallo
v.le Stazione 12 a
tel. 030 3772468
fax 030 3772615
*** Industria
via Orzinuovi 58
tel. 030 3531431
fax 030 347904
*** La Pina
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tel. 030 2591443
fax 030 2591937
*** Livio
via delle Bettole 68
tel. e fax 030 2300101 - 2304561
*** Maiestic
via Brescia 49 -Castenedolo
tel.030 2130222
fax 030 2130007
*** Marchina
via Vallecamonica 19b
tel. 030 311466 - 030 312158
fax 030 321292
RISTORANTI
Ai Chiostri,
via S. Faustino 16
tel. 030 3770002
Al Frate,
via Musei 25
tel. 030 3770550
Al Cardinale
via Bassiche 24 b
tel. 030 3755373
Augustus,
via A. Gallo 15/17
tel. 030 49126
Cinese Mei Lin
p.za Paganora 6 a
tel. 030 292454
Cinese Pechino
tresanda S. Nicola 13
tel. 030 290475
Duomo Vecchio,
via Trieste 3
tel. 030 43008
Don Rodriguez,
via Cavallotti 6
tel. 030 3774452
Il Gasparo,
via Gasparo da Salò 22
tel. 030 3774546
I Templari,
c.so Matteotti 19
tel. 030 3752234
La Corte dei Miracoli
via Marsala 58
tel. 030 290253
La Perla del mare
ctr. Mansione 16
tel. 030 41530
La Sosta
via S. Martino della Battaglia 20
tel. 030 292589
Le Arcate,
p.za Mercato 27
tel. 030 49147
Hostaria Porta Bruciata
via Beccaria 11d
tel. 030 49591
Mezzeria,
via Trieste 66
tel. 030 40306
Osteria al Bianchi
via Gasparo da Salò 32
tel. 030 292328
Panorama,
via Tosio 1
tel. 030 3753220
Pizzeria Cavour,
via Cavour 56
tel. 030 2400900
Pizzeria La Bersagliera
c.so Magenta 38
tel. 030 3750569
Raffa,
c.so Magenta 15
tel. 030 49037
Ristorante Naturale
via S. Agostino 3 b
tel. 030 3752254
San Marco,
via Spalto S. Marco 15
tel. 030 45541
Taverna del Moretto
via N. Bixio 19
tel. 030 40847
Trattoria Al Cavallino
c.so Garibaldi 31
tel. 030 40213
Trattoria Al Fontanone
via Musei 47
tel. 030 40554
Trattoria della Corte
via Bulloni 19
tel. 030 3751052
Trattoria Due stelle
via S.Faustino 48
tel. 030 42370
Trattoria Il Muretto
via Antiche Mura 5
tel. 030 280077
Trattoria La Contrada
ctr. Soncin Rotto 4a
tel. 030 3753508
Trattoria La Pergolina
via Musei 65
tel. 030 46350
Trattoria Pincio
v.lo S.Urbano 4
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Trattoria Santa Rita
p.za Tito Speri 11
tel. 030 294963
Verde Menta,
ctr. S. Croce 26/28
tel. 030 3757702
Vittoria - Mix, Spizzico
via IV Novembre 2
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OSPEDALI
Ospedale Civile
p.le Spedali Civili
tel. 030 39951
Ospedale dei Bambini Ronchettino
via del Medolo
tel. 030 399066
Ospedale S. Orsola
via V. Emanuele II
tel. 030 29711
BRESCIA RICCA DI STORIA
Fra il limite collinare delle Prealpi e della Pianura Padana si ammira la città di Brescia in una posizione particolarmente favorevole per l'insediamento urbano e per le attività industriali, commerciali e turistiche. Abitata fin dall'Età del Bronzo, dai Liguri, poi dagli Etruschi e verso la fine del VII secolo a.C. dai Celti, nel 27 a.C. Brixia conquistò il titolo di colonia romana.
Al declino dell'impero divenne capitale di un ducato longobardo (VII sec. d. C.) con re Desiderio che fondò il Monastero di San Salvatore (oggi di Santa Giulia). Nei suoi chiostri Alessandro Manzoni ambientò la tragedia Adelchi, narrando di Ermengarda, la sfortunata figlia del re andata sposa a Carlo Magno re dei Franchi che poi conquisterà la città. Intorno all'anno 1000, Brescia divenne libero Comune e partecipò alla battaglia di Legnano contro Federico Barbarossa.
In quel periodo un suo cittadino, il frate Arnaldo fu arso sul rogo come eretico in quanto oppositore alla corruzione del clero. Dopo il '200 la città fu contesa fra Milano e Venezia. Nel 1438 i milanesi assediarono la città e, secondo la tradizione, l'apparizione dei Santi patroni Faustino e Giovita mise in fuga i soldati nemici.
Nel 1512 anche le truppe francesi di Gastone di Foix assediarono Brescia. In questo secolo i pittori Foppa, Romanino, Moretto e Savoldo crearono le opere più famose del Rinascimento bresciano, conservate nella Pinacoteca Civica e nelle chiese cittadine. Seguì un lungo periodo di pace durante il quale la dominazione veneta favorì a Brescia lo sviluppo delle attività agricole e artigianali, come la produzione delle armi che la resero famosa in tutta Europa. Alla fine del XVIII secolo le truppe francesi guidate da Napoleone posero fine alla dominazione della Serenissima: Brescia fece parte della Repubblica Cisalpina e del Regno d'Italia. Alla caduta di Napoleone la città entrò nei domini asburgici del Lombardo Veneto e, nel periodo risorgimentale durante le Dieci Giornate del 1849, insorse contro gli austriaci conquistandosi l'appellativo di Leonessa d'Italia. Dopo l'unificazione del Regno italiano, il bresciano Giuseppe Zanardelli divenne più volte ministro e capo del governo (1901/1903). Negli anni '30 con un esemplare intervento di modernizzazione del centro cittadino venne inaugurata piazza della Vittoria, significativa testimonianza delle tendenze urbanistiche del regime fascista. Dopo la guerra mondiale ebbe inizio un grande sviluppo industriale che la pose fra le più importanti città italiane per le attività economiche. Tra i suoi cittadini più illustri è da ricordare Giovanni Battista Montini divenuto Papa Paolo VI al quale è stata dedicata la piazza del Duomo.
Nell'era contemporanea la parte sud della città denominata "Brescia due" rappresenta un modernissimo slancio verso il futuro.